Tumore mammario triplo negativo, nuovi dati dallo studio NeoTRIP di Fondazione Michelangelo

L’aggiunta di atezolizumab alla terapia neoadiuvante con carboplatino e nab-paclitaxel non aumenta il tasso di remissione patologica completa, che è influenzata soprattutto dall’espressione di PD-L1

Tumore mammario triplo negativo, nuovi dati dallo studio NeoTRIP di Fondazione Michelangelo

L’aggiunta di atezolizumab alla terapia neoadiuvante con carboplatino e nab-paclitaxel non aumenta il tasso di remissione patologica completa, che è influenzata soprattutto dall’espressione di PD-L1

In pazienti con tumore mammario triplo negativo l’anticorpo anti-PD-L1 atezolizumab aggiunto alla chemioterapia in terapia neoadiuvante non modifica in maniera significativa il tasso di remissione patologica completa, intesa come assenza di malattia invasiva residua nella mammella e nei linfonodi: lo dimostrano i nuovi risultati dello studio NeoTRIP di Fondazione Michelangelo, pubblicati di recente su Annals of Oncology, secondo cui il fattore che più incide sul tasso di remissione patologica completa è l’espressione di PD-L1.

Lo studio NeoTRIP promosso da Fondazione Michelangelo è un trial clinico di fase III che, in pazienti con tumore mammario triplo negativo operabile ad alto rischio o localmente avanzato, valuta i benefici dell’aggiunta dell’anticorpo anti-PD-L1 atezolizumab alla chemioterapia con nab-paclitaxel e carboplatino in trattamento neoadiuvante. Il tumore mammario triplo negativo ad alto rischio è infatti caratterizzato da una cattiva prognosi, una rapida progressione verso lo stadio metastatico e la comparsa di resistenza alla chemioterapia, nella quale l’espressione di PD-L1 è ritenuta un meccanismo adattivo di resistenza tumorale ai linfociti infiltranti necessari per la risposta alla chemioterapia. I nuovi dati si riferiscono a 288 pazienti trattate con la chemioterapia neoadiuvante con o senza atezolizumab per 8 cicli prima della chirurgia, con lo scopo di confrontare la sopravvivenza libera da eventi e la risposta patologica completa. I risultati mostrano che, accanto a una quota di eventi avversi simile nei due bracci dello studio, l’aggiunta di atezolizumab non ha significativamente migliorato l’attività antitumorale della chemioterapia misurata come risposta clinica e tasso di rispost patologica completa (endpoint secondario dello studio). Mentre il follow-up per la valutazione della sopravvivenza libera da eventi (endpoint primario dello studio) prosegue, le analisi condotte a oggi mostrano che sul tasso di remissione patologica completa incide l’espressione di PD-L1; l’analisi e la caratterizzazione molecolare dell’ampia serie di campioni tumorali ed ematici raccolti per lo studio NeoTRIP è tuttora in corso e contribuirà a offrire elementi aggiuntivi per capire e valutare l’utilizzo degli inibitori dei checkpoint immunitari nel tumore mammario triplo negativo.